Promuovere il trasporto intermodale – combinando camion, treno e nave – è essenziale per un settore più green. Tuttavia, per rendere efficaci gli incentivi come il Sea Modal Shift (ex Marebonus) e il Ferrobonus, i fondi devono salire a 100 milioni di euro annui. Attualmente, le risorse sono limitate a 60 e 50 milioni, spalmati fino al 2026.
Numeri che fanno riflettere
Nel 2022, senza Marebonus, il traffico su rete Anas è cresciuto del 4% rispetto al 2019. Secondo Guido Grimaldi, presidente di Alis (Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile), è urgente reinvestire nel settore marittimo le risorse derivanti dalla tassazione UE sulle emissioni Ets (Emission Trading Scheme): «Ciò che proviene dal mare deve ritornare al mare».
L’intermodalità in pratica
Grimaldi sottolinea come questa soluzione non solo riduca l’impatto ambientale e la congestione stradale, ma migliori anche le catene logistiche e la competitività delle imprese. Esempi concreti sono i nuovi collegamenti ferroviari verso la Germania e la linea marittima tra Italia e Turchia.
I risultati di Alis
Nel 2024, grazie all’intermodalità:
- 6 milioni di camion eviteranno le autostrade italiane
- 143 milioni di tonnellate di merci passeranno su rotte portuali e ferroviarie
- 5,4 milioni di tonnellate di CO₂ saranno risparmiate
Con una crescita del 56% del traffico Ro-Ro negli ultimi dieci anni, l’Italia ha un ruolo strategico nel Mediterraneo. Per Grimaldi, il trasporto intermodale è una svolta imprescindibile per il futuro del settore e del pianeta.
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Fonte Il Sole 24 ORE