Tempi di guida e pause: la cassazione non fa sconti, ecco cosa rischi!

da | Mar 18, 2025 | Autotrasporti

Oggi affrontiamo una sentenza che riguarda tutti gli autotrasportatori: la Cassazione Civile (n. 27324 del 22 ottobre 2024) ha confermato che il rispetto dei tempi di guida e di riposo non è solo una questione burocratica, ma un obbligo inderogabile. E chi sgarra, paga.

Tutto parte dalla direzione territoriale del lavoro di Chieti-Pescara, che ha multato un autista di un’azienda di trasporti per non aver rispettato le pause obbligatorie in sette giorni. L’azienda e il conducente hanno contestato la sanzione, ma il ricorso è stato respinto sia dal giudice di pace di Chieti che dalla corte d’appello. Si sono quindi rivolti alla cassazione, sperando in un ribaltamento della decisione. Ma il verdetto è stato chiaro: sanzione confermata.

Ispettori del lavoro: pieno potere di controllo

La cassazione ha respinto l’idea che solo le autorità preposte alla sicurezza stradale possano sanzionare queste violazioni. Anche il ministero del lavoro ha il potere di accertare il mancato rispetto del regolamento europeo sul trasporto su strada (art. 174 comma 2 del Codice della Strada). Questo perché le norme sui tempi di guida e riposo tutelano sia la sicurezza stradale sia i diritti dei lavoratori.

Pause non annotate? Non valgono

L’autista ha tentato di difendersi sostenendo che si allontanava dal mezzo senza inserire le pause nel cronotachigrafo. La cassazione, però, ha stabilito che questa non è una giustificazione valida. Il datore di lavoro e il conducente devono assicurarsi che tutti i periodi di guida, riposo e altre mansioni siano registrati in modo corretto. In caso contrario, la sanzione è inevitabile.

Attenzione: il carico e scarico non è pausa!

Un altro punto fondamentale della sentenza riguarda il calcolo dei tempi di guida. L’azienda sosteneva che il conducente avesse rispettato i limiti, ma la corte ha chiarito che un’autentica pausa deve servire al riposo dell’autista. Se, durante il periodo di interruzione, il conducente svolge altre attività (come caricare e scaricare il mezzo), la pausa non è valida. In poche parole, il tempo di guida continua a scorrere e il rischio di violazioni aumenta.

Conclusione: multa confermata e spese legali a carico

La cassazione ha quindi respinto il ricorso, confermando la sanzione e imponendo all’azienda e al conducente il pagamento delle spese legali. Un monito chiaro: registrare correttamente i tempi di guida e riposo è fondamentale per evitare problemi.

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