È stato rifinanziato con 100 milioni di euro il fondo Ecobonus 2021 che permette anche l’acquisto di veicoli commerciali a basse emissioni: lo ha fatto sapere il ministero dello Sviluppo Economico in una nota.
La misura è stata inserita, su proposta del ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, nel decreto fiscale approvato dal Consiglio dei ministri.
Su 100 milioni totali, 20 milioni sono destinati all’acquisto di acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 (commerciali) o M1 speciali, di cui euro 15 milioni riservati ai veicoli esclusivamente elettrici.
La Corte dei Conti ha registrato il decreto dirigenziale del 6 agosto 2021 con i quali sono stati ridefiniti gli importi complessivi da erogare in favore dei beneficiari delle misure per l’intermodalità Marebonus e Ferrobonus.
Per quel che riguarda l’incentivo per il trasporto combinato strada-mare, tenuto conto anche delle esigenze di rilancio e di ripresa economica connesse alla pandemia, le risorse della Legge di Bilancio 2021, pari a 25 milioni di euro, sono elevate a 45 milioni di euro. I contributi sono destinati ad attività di completamento dei progetti per migliorare la catena intermodale, favorendo lo scambio modale terra/mare e decongestionare la rete viaria avviato con la legge di stabilità.
Per il Ferrobonus l’importo complessivo delle risorse per l’esercizio finanziario 2021 ammonta invece a 50 milioni di euro, erogate a favore dei beneficiari della misura relativamente al periodo di incentivazione 31 agosto 2020 – 30 agosto 2021.
Il Ministero per lo Sviluppo Economico ha rifinanziato con 300 milioni di euro la “Nuova Sabatini” che persegue l’obiettivo di rafforzare il sistema produttivo e competitivo delle Pmi, attraverso l’accesso al credito finalizzato all’acquisto, o acquisizione in leasing, di beni materiali (macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature nuovi di fabbrica e hardware) o immateriali (software e tecnologie digitali) ad uso produttivo.
Si tratta di risorse stanziate con la legge di assestamento di bilancio dello Stato per l’anno finanziario 2021, approvata e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 246 del 14 ottobre 2021.
La continuità operativa della misura era stata già assicurata con il decreto Sostegni bis attraverso lo stanziamento di 425 milioni di euro, che ha permesso lo scorso mese di luglio di riaprire lo sportello per la presentazione delle domande delle imprese.
Confermato il fermo dei servizi delle aziende di autotrasporto siciliane indetto dall’associazione AIAS dalle 00.01 del 08.11.2021 fino alle 24.00 del 12.11.21.
Rincari del carburante, prezzo dell’AdBlue esploso e scarsità delle risorse e delle materie prime, carenza degli autisti e normative inesistenti volte a risolvere il problema, sistema sanzionatorio a punti da rivedere per gli autotrasportatori, tempi di guida e riposo che non consentono alle aziende di lavorare con serenità, committenza sorda verso le richieste di aumento dei costi di trasporto, sistema infrastrutturale da terzo mondo e mobilità negata per gran parte dei cittadini siciliani.
Sono queste alcune delle reali e profonde motivazioni che stanno alla base del fermo dei servizi.
Di seguito il comunicato dell’Associazione AIAS:
“I continui e indiscriminati aumenti intervenuti in quasi tutti i settori dell’economia hanno messo “in ginocchio” il settore dei trasporti merci su strada. Durante l’incontro, tenutosi oggi 22.10.2021, presso la sede dell’Associazione Aias, gli autotrasportatori aderenti alla predetta Associazione hanno deciso di indire un fermo del settore, atteso che le ripetute richieste di intervento avanzate al Governo Nazionale e Regionale non hanno mai ricevuto fattivo riscontro. Il fermo inizierà dalle 00.01 del 08.11.2021 fino alle 24.00 del 12.11.21 con la realizzazione di punti di sensibilizzazione presso i porti e i maggiori snodi di viabilità dell’Isola”.
ConfMobility nasce nel 2020, e viene presentata oggi ai media nazionali, con lo scopo di supportare e accompagnare le Imprese verso una mobilità sostenibile, facendo riferimento all’Agenda 2030 della Commissione europea.
ConfMobility può contare su un network di 4.000 imprese del settore trasporto, logistica e industriale su tutto il territorio nazionale. In ambito Trasporti e Logistica, le aziende della rete di ConfMobility possiedono circa 50.000 veicoli (il 70% sono mezzi superiori alle 3,5 tonnellate e per il restante 30% sono inferiori alle 3,5 tonnellate).
In modo particolare gli obiettivi condivisi da ConfMobility sono:
Ridurre in modo significativo le emissioni di carbonio (almeno del 55% entro il 2030); Migliorare la qualità della vita; Essere più competitivi a livello globale (in molti Paesi il cambiamento è ad uno stadio più avanzato del nostro); Contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro. Tali obiettivi sono raggiungibili grazie all’individuazione di bandi e finanziamenti dedicati per la trasformazione green, attraverso corsi di Formazione per coloro che saranno, direttamente o indirettamente, coinvolti nel processo di transizione verde e digitale. ConfMobility intende farsi promotrice di un Sistema Integrato, connesso ed efficiente, che diffonde tra i propri aderenti un modello di networking basato sulla mobilità sostenibile, di merci e persone.
Abbiamo sentito Roberto Verano, presidente dell’organizzazione di imprese Confmobility:
Perché ConfMobility?
L’idea di ConfMobility nasce nel 2020 da un gruppo di imprenditori con la volontà di fare sintesi sulle normative, sui nuovi orientamenti europei e sulle opportunità di sviluppo in materia di mobilità sostenibile. Il sistema attuale di mobilità di merci e persone, che contribuiscono per il 25% in tutta Europa all’emissione di grandi quantità di CO2 in atmosfera, dovrà essere profondamente rivisto e riorganizzato e ConfMobility vuole essere un punto di riferimento per le imprese in questa stagione di rilancio.
L’obiettivo principale è quello di supportare le aziende italiane che producono, vendono, distribuiscono e utilizzano mobilità in questa fase di transizione verde e digitale, fornendo loro gli strumenti e le competenze necessarie per conformarsi agli obiettivi di sostenibilità così come indicati dall’Agenda 2030 della Commissione europea.
Qual è la vostra visione?
La nostra visione è semplicemente, dare concretezza e tangibilità al concetto di mobilità sostenibile, quindi lavorare per creare modelli di mobilità che siano compatibili con il rispetto dell’ambiente e la salute delle persone. Progettare nuovi modelli di mobilità sostenibile significa generare sviluppo economico: più occupazione, migliore qualità della vita, crescita della competitività.
E le vostre iniziative in campo?
Abbiamo sviluppato moltissime iniziative interessanti in stretta collaborazione con i nostri partner ed esperti nei vari settori. Per fornire alle aziende le competenze necessarie, intendiamo loro proporre progetti inerenti alla formazione di nuove figure come il Mobility Manager, colui che dovrà elaborare piani aziendali di mobilità per i propri lavoratori, riducendo l’uso del mezzo privato ed incentivando forme di mobilità alternativa come il carpooling, carsharing o bikesharing aziendale; progetti tesi alla formazione dei nuovi autisti, mestiere quest’ultimo in forte crisi, dovuto principalmente alla carenza di giovani drivers che vogliono intraprendere tale percorso professionale; progetti che intendono accompagnare i piccoli e medi fornitori di carburante alla transizione ed alla progressiva sostituzione delle colonnine di carburante con quelle energetiche (tra l’altro previste anche dalla recente Legge di Bilancio);
in sintesi vogliamo essere a fianco delle imprese per risolvere i loro dubbi, quesiti e perplessità sulla mobilità sostenibile. Saper individuare e intercettare i finanziamenti europei è un’ottima opportunità che ci viene concessa, che spesso, ahimè, non si concretizza o non viene sfruttata per mancanza di strumenti o risorse: anche su questo fronte vogliamo essere un punto di riferimento per le aziende.
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